Rovigo da visitare

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“La terra, il cui produr di rose le dié piacevol nome in greche voci »
(L. Ariosto, Orlando Furioso, canto 3, 41, vv. 1-2)

Così Ludovico Ariosto nel suo più celebre poema cavalleresco battezzò Rovigo, piccola città di origine medievale , il cui nucleo storico si è sviluppato lungo un ramo dell’Adige grazie al vescovo di Adria che nel X secolo vi fece costruire prima un castello allo scopo di controllare i traffici fluviali e poi un piccolo Duomo intitolato a Santo Stefano. Attorno all’antico rione e dall’altra parte del fiume crebbe lentamente la città con nuove chiese e con i palazzi Estensi e Veneziani che incorniciano le eleganti piazze.

Seguendo l’antico tracciato delle mura medievali si raggiunge il Tempio Votivo della Beata Vergine del Soccorso, comunemente detta “La Rotonda”, un gioiello architettonico che oltre a racchiude una galleria di capolavori dell’arte barocca, ci racconta la storia di Rovigo sotto il dominio della Serenissima. Al centro del grande altare , incastonato in una nuvola di angeli dorati è custodito un piccolo affresco con l’immagine miracolosa della Vergine che nei secoli attirò migliaia di pellegrini.

A poca distanza dal Tempio sorgono la chiesa di San Francesco con ciò che resta del Convento e il Teatro Sociale , citato nell’elenco dei Teatri storici d’Italia per la lunga tradizione lirica a cui è ancora oggi molto legata la città.

Attraversando Piazza Garibaldi, si raggiunge la vicina Piazza Vittorio Emanuele II, dove spicca per la sua imponenza Palazzo Roverella costruito nella seconda metà del 1400 per la potente famiglia di Ferrara a cui è legata anche la costruzione del Monastero degli Olivetani fuori dalle mura. Il Palazzo, progettato secondo alcuni da Biagio Rossetti, oggi ospita una prestigiosa Pinacoteca, con capolavori da Bellini al Tiepolo e numerose mostre temporanee.

Uscendo dalla porta San Bortolo nei pressi dell’antico quartiere ebraico, si può raggiungere il Museo dei Grandi Fiumi il cui percorso espositivo propone la storia delle varie civiltà che si sono succedute dall’Età del Bronzo fino al Rinascimento, lungo il corso dei grandi fiumi Po e Adige. La serie di ricostruzioni ambientali che accompagnano i reperti archeologici è resa più suggestiva dalla sede che li ospita: il monastero benedettino di San Bortolo, fatto costruire dalla potente famiglia Roverella contemporaneamente all’omonimo palazzo nella seconda metà del XV secolo. Questa visita è ideale per capire la storia della Provincia di Rovigo: una piccola Mesopotamia che si estende da est a ovest tra i fiumi Po e Adige nella fascia più meridionale del Veneto.

E’ una storia lunga che comincia a Fratta Polesine nel cui territorio furono rinvenuti resti di villaggi palafitticoli risalenti al bronzo e dove più di 3000 anni dopo Andrea Palladio ha progettato uno dei suoi capolavori , Villa Badoer. Ad Adria Etruschi e Romani fondarono un emporio commerciale che vide lo scambio di merci e prodotti artigianali esposti nell’importante Museo Archeologico. Estensi e Veneziani si contesero per decenni queste terre così fertili dove sorsero prima castelli per la difesa e poi, corti rurali e ville per lo sfruttamento agricolo.

Non mancarono comunità religiose che nel Medioevo dettero un grande contributo allo sviluppo economico, spirituale e culturale di queste terre come i Benedettini Camaldolesi della potente Abbazia della Vangadizza di Badia Polesine o la piccola comunità di Olivetani che custodiscono ancora oggi il Santuario del Pilastrello a Lendinara, piccola città soprannominata “Atene del Polesine” per il gran numero di artisti che arricchirono con le loro opere chiese e palazzi.

La storia del Polesine è una storia di perenne lotta dell’uomo per strappare la terra al mare e alla furia dei fiumi, lo si vede bene negli argini più alti delle case che accompagnano non i corsi d’acqua ma anche le coste tra le “isole” del Delta del Po. Il confine tra terra e acqua qui è più labile e disegna un paesaggio ricco e in continua evoluzione, tra valli da pesca , lagune e insenature dove ogni anno vengono a cercare rifugio migliaia di uccelli .

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